(Dark Essence Records) I psych-doomster norvegesi Superlynx non stanno mai fermi. Dopo aver pubblicato il favoloso “Electric Temple” la scorsa primavera (recensione qui), eccoli ora con un’uscita tanto strana quanto deliziosamente interessante. Niente concerti, la voglia di fare… ma troppo presto per un nuovo disco: tuttavia, quando dei musicisti si trovano in uno studio, anche solo per ammazzare il tempo, qualcosa salta fuori di sicuro! Ed ecco che la scelta del materiale di questa release digitale si rivela singolare e veramente stimolante: quatto cover che in qualche modo hanno ispirato la carriera della band, cover sicuramente non ovvie o prevedibili, con in aggiunta due inediti, di fatto due brani di “Electric Temple” che non sono finiti nella tracklist dell’album. Le cover, molto ben eseguite e in travolgente stile Superlynx sono la pesantissima “Born Too Late” dei Saint Vitus, brano contenuto nell’album con lo stesso nome del 1986, seguita da una versione tetra del rock frizzante di “Spread Your Love” dei Black Rebel Motorcycle Club. “Something in the Way” dei Nirvana assume qui un contesto meravigliosamente doom con un ulteriore livello di oscurità grazie alla voce eterea della favolosa Pia Isaksen, mentre la cover più imprevedibile è quella di “Nature Boy” di Nat King Cole, jazzista americano della prima metà del secolo scorso: la versione della band norvegese (ascolta l’origina qui) prende una direzione sorprendente, con quelle chitarre heavy che pongono accenti tuonanti, distaccandosi pesantemente dall’originale… pur camminandoci a fianco, con fare misterioso, senso magico ed aura spirituale. I due brani inediti, invece, ricordano a tutti la maestria musicale e compositiva di una band sempre capace di un’atmosfera tanto tetra quanto brillantemente psichedelica. Un EP indovinato, provocante, intenso ed avvolgente. Unico difetto? Niente vinile… solo digitale…

(Luca Zakk) Voto: 8/10