(Soulseller Records) Cinque anni dopo il secondo album “Pits”, i Svartelder ne pubblicano uno nuovo. I norvegesi si rivelano abili nel tinteggiare il proprio black metal attraverso evidenti influenze della scuola nazionale del genere. L’opener “Psychotic Symphony” riporta alla mente i Mayhem, con quella torbida oscurità, non da meno si avvertono lampi di Shining e vagamente i Carpathian Forest. Le influenze ben percepibili non sono tutte da elencare, invece la riuscita di certi incastri e sortite varie è il grande merito dei Svartelder. Il trio che vede Doedsadmiral alla voce, Tjalve al basso e chitarre, mentre la batteria è suonata da Spektre, abbracciano in alcuni momenti delle sonorità dark e gothic, arrivando a un depressive black metal che in “Touch This Norwegian Finger” si manifesta nelle sue definitive sembianze. Vige una certa oscurità che avvolge questi pezzi, un’atmosfera netta e percepibile ovunque. Questo lato atmospheric è l’aspetto più interessante del trio norvegese.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10