(Agonia Records) Malefico il black metal della (quasi) one man band svedese Svartsyn. E con l’avvicinarsi di un quarto di secolo di esperienza e ben nove album all’attivo (più vari EP e demo), è il minimo che ci si può aspettare. E Ornias, la mente dietro le quinte, non delude assolutamente. Un black metal che spazia dal mid tempo provocante fino a tirate più aggressive, senza comunque mai sfociare nel confuso o poco attraente. Il session drummer fa un ottimo lavoro in tutto l’album, ma la opener “Seven Headed Snake” ne dimostra subito le sue capacità. Marziale “Dark Prophet”. Complessa, con una componente che vuole guardare al progressive o all’alternative con “Wilderness Of The Soul”. Belle le melodie nervose di “Black Thrones Of Death” mentre “Inside The White Mask” è un piccolo capolavoro che esalta le tenebre più assolute. Con brani sempre di interessante durata, questo “In Death” offre tre quarti d’ora di black metal intenso, ricco di melodia, groove ed energia ma anche marciume, cattiveria, rabbia e frustrazione. Un black che osserva altri sottogeneri, li raggira, li stimola… un black che ha un gusto molto svedese, un black che coinvolge secondo dopo secondo.
(Luca Zakk) Voto: 8/10