(Listenable Records) I ginevrini Sybreed ritornano all’assalto dell’Europa e del mondo intero! Un nuovo album, una nuova avventura, un nuovo tocco di stile. “God Is an Automaton” è tre quarti d’ora di cyber metal, di thrash metal che trasfigura i Pantera, i Meshuggah, ovviamente i Fear Factory, ma tutto è rivisto attraverso le ultime tendenze moderne del metal, oltre a derivazioni black metal. Un sound con un certo tasso di groove, melodie e squarci improvvisi di gelida epica moderna. Suoni pomposi, nitidi. Suoni che si sovrappongono e tutti insieme producono canzoni che sembrano un flusso melodico che subisce dei mutamenti, ma tutto poi ritorna ad essere se stesso. “Posthuman Manifesto”, “The Line f Least Resistance”, “God Is an Automaton”, canzone che riprende qualcosa dei loro conterranei Samael, la veloce e super elettronica “Challenger”, sono tra i momenti più “toccanti” dell’album. In quanto a costruzione dei pezzi e dinamismo risultano “Destruction and Bliss”, ottima dal punto di vista percussivo e del conseguente riff e le atmosfere causate dall’elettronica, “Downfall Inc” e “Red Nova Ignition”. Nel complesso però non esistono poi dei brani che abbiano un livello qualitativo al di sotto della sufficienza. Provando a dare un giudizio globale, “God Is an Automaton” è un lavoro che richiede un minimo di attenzione, per via delle diverse sfumature, sia del songwriting che per la base elettronica e cyber che spunta ovunque e alla fine sembra quasi un film che stupisce abbondantemente per i suoi effetti speciali, più che per la sostanza delle cose. Le melodie dark pervadono l’album e non sarà difficile poi farlo proprio. Interessante, come sempre, l’artwork di Seth Siro.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10