(Season of Mist) Kathrine Shepard è una musicista con un’ampia visione delle cose e lo si è compreso dai suoi precedenti lavori, ovvero quattro album in carriera. Il suo retaggio norvegese – la Shepard nasce a San Diego in California da padre americano e madre norvegese – dunque più propriamente folk, mitologico, popolare, viene concretamente portato in musica con questo nuovo EP. Sylvaine, il progetto musicale nato nel 2013 che prende a prestito il nome dalla parola norvegese che indica le foreste di alberi, ‘sylvan’, e pare anche dal soprannome di Paul Verlaine, ora si lancia in questi canti soavi contornati da musica estemporanea, completamente lontana dai codici più comuni del metal, di taglio post, atmopsheric black e così via, ai quali la musicista si è sempre votata, lasciando dunque che quel lato immateriale che spesso emerge nei suoi lavori attraverso finzioni ambient, semi-psichedeliche ed elettroniche, si materializzi in questa visione spirituale, mistica e senza tempo. Sono sei pezzi improntati maggiormente sul canto e sovraincisioni di voci, con pochi strumenti a supporto che non hanno sempre e comunque spazio in ogni porzione dei pezzi. Un modello sonoro fatto di trascendenza, ovvero di una forma che va oltre l’esperienza più comune, collocando queste sei composizioni in qualcosa che è puramente immateriale e vicina alla spiritualità. L’impatto non è da subito accattivante, nonostante l’apertura con la sua voce ispirata, “Dagsens Auga Sloknar Ut” e “Arvestykker” hanno l’abilità di fermare il tempo. Eppure “Eg Er Framand” non fatica poi a prendere l’anima dell’ascoltatore e sottrarle il troppo. Rende leggeri l’ascolto di “Eg Veit I Himmelrik Ei Borg”, prima vera interazione totale tra voce e strumenti. La quiete ancestrale di “Livets Dans” trasporta verso un mare che si insinua nei fiordi e “Tussmørke” è una nenia, a metà tra la colonna sonora di un thirller/horror, i Pink Floyd e i contorni più intimi dell’animo umano. La tilte track chiude riportando in primo piano la sola voce della Shepard e secoli di tradizioni che molti ignorano ma albergano nella profondità di un inconscio comune e fiero di esserci.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10