(Reverie Records) Una volta, fino al 2009, si chiamava Reverie ora è Sylvan Realm, ovvero un progetto di Sylvan (chitarra e voce, ma anche testi e l’artwork) con Evan Madden (alla batteria, con una militanza nei Woods of Ypres) e Jason Ian-Vaughn Eckert (bassista). E’ la prima prova dei Sylvan Realm ed è strutturata su un black metal rozzo nei suoni e nelle rifiniture, non troppo feroce, ma pieno di sfaccettature e melodie di carattere epico e con una malinconia di fondo. Il tutto è registrato con toni quasi underground; non riesco a capire se è stata una scelta o la consolle sia stata manovrata male (da Ron Vento, ingegnere e musicista) Non ci sono suoni levigati, pur essendo comunque nitidi, l’approccio è stato spontaneo e attraverso una costruzione dei pezzi affatto monolitica o brutale. Si sconfina anche nel death metal e alcuni giri si rifanno alla migliore tradizione heavy metal. L’iniziale “Sylvan Realm” ha un giro che ricorda gli Emperor, ma filtrati attraverso una quiete marcata e con una forte tendenza alla melodia e a spunti solisti, aspetto che domina l’album. “Disappear Into the Landscape” è tra i pezzi più dolci, un refrain che viene accompagnato anche dall’acustica, una melodia che si sviluppa con toni semi-progressive, solo la voce di Sylvan è in scream e contrasta troppo con le note cristalline e gli scintillanti spunti solisti. “Temple of Not” è black metal spinto, abbastanza anonimo, salvo che per riempire i suoi oltre 3’ i Sylvan Realm hanno inserito una parte centrale in mid-tempo, seguita da un lungo assolo e poi una sospensione marziale, spazzata via dalla ripresa della primordiale furia del black metal. Convincono decisamente di più i 10’ e mezzo di “The Lodge of Trascendence”, coesa fiumana di melodie che si alternano, ambientazioni maestose, una fase di folk metal e una chiusura alla Emerson Lake & Palmer, ma senza la tastiera. Insomma, progressive a tutti gli effetti. Noiosi, perché troppo lunghi, i passaggi sussurrati di sola acustica e voce di “Twilight Kingdom”. Le melodie dei Sylvan Realm si imprimono nella testa, si notano immediatamente, ma la lunghezza delle loro composizioni porta ad udire qualche passaggio non perfettamente riuscito. “The Lodge of Trascendence” è stato inciso tra l’ottobre del 2009 e il gennaio del 2011, la lunga gestazione dimostra come non sia stato facile assemblare le sue parti e dar loro una continuità. Tuttavia gli elementi positivi ci sono e si augura che Sylvan e soci ripartano proprio da li per il prossimo lavoro.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10