(Dust on the Tracks) Provengono niente meno che dalla Tasmania i Taberah, formazione in attività da quasi dieci anni, ma che pubblica solo oggi il secondo disco. Li produce e li sponsorizza Stu Marshall, uno dei principali animatori della scena metal degli antipodi (QUI) ho recensito il suo ultimo progetto). “2012” è un melodic metal tendente al power e abbastanza boombastico: mi piace la produzione, sporca ma non imprecisa. “Dying Wish” è l’occasione per far correre le chitarre in libertà su una base ritmica molto maideniana; “Burning in the Moonlight” mi ha invece ricordato moltissimo il power allegro dei Dungeon, formazione australiana fra le più influenti (nella quale lo stesso Marshall ha militato). Arrembante la titletrack, ma è ancora più incisivo l’up tempo “The Hammer of Hades”, mentre la conclusione del disco (prima della cover di “Burn” dei Deep Purple) è affidata alla lunga ed epica “My dear Lord”, un pezzo che riecheggia alcuni esiti del power tedesco degli ultimi anni (mi sembra ci siano molti agganci, ad esempio, con i Persuader e soprattutto con gli Orden Ogan). Per chi vuole documentarsi su una scena attiva e vivace, dalla quale ci arriva pochissimo.
(Renato de Filippis) Voto: 7/10