(Satanath Records/Metallic Media) Forse certi paesaggi spersi nella federazione Russa sono compatibili con certi generi, con suoni che si orientano sul DSBM e l’atmosferico. Con “Gaia” il duo di Tomsk arriva al secondo full length, dopo soli due anni di attività (che comprendono anche vari EP e singoli). Un black metal lento e lacerante, ricco di melodia -il lavoro della chitarra à sublime- e massacrato da linee vocali disumane, basate su uno scream mostruosamente isterico che ricorda un po’ lo stile di Nattramn dei Silencer. Le undici tracce sono intense, emozionali, trasudano un devastante dolore e certe divagazioni come qualche clean vocals o quel parlato da preghiera devota su “…” rendono il tutto ancor più malato, sofferto, decadente e privo di speranza. Ed infatti anche i concetti lirici si rivelano perfetti per questa musica: malattie mentali, sofferenze personali, emarginazione, debolezza, tutti concetti esaltati da questi settantadue minuti di tortura mentale. Ogni canzone risulta incisiva anche grazie alle imponenti durate (cinque, sei, sette, otto e quasi nove minuti!) e molto spesso effetti atmosferici (come il suono del mare) arricchiscono la tristezza di lentissimi fraseggi di chitarra poi resi laceranti da riff pieni di peccato, privi di vita, concepiti per annichilire. Un concetto artistico stupendo che descrive la gente prigioniera di una condizione miserabile, alla ricerca di un dio per alleviare le sofferenze, rifiutando le colpe e negando gli errori… con l’inevitabile ripercussione delle condanne, verso un incremento della sofferenza, verso la fine. Una descrizione emozionale di qualsiasi limite e decadenza umana.
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10