(Öm Sound/Svart Records) Disco tanto strano quanto interessante il debutto di questo artista il quale non è decisamente un musicista, anzi. Il finlandese Tuomas A. Laitinen (TAL), infatti, è un artista che lavora con immagini in movimento, suono, luce, vetro, processi chimici e microbici, nonché algoritmi per esplorare gli intrecci della convivenza multispecie. Laitinen compone situazioni e installazioni che indagano sull’interconnessione porosa del linguaggio, del corpo e della materia all’interno di ecosistemi in costante trasformazione, ed il suo lavoro ha applicazioni ecologiche, nei processi di produzione, nell’analisi di certi comportamenti mentali. In questo turbinio di creazioni, è palese che la musica, o per meglio dire il suono, siano solo una tassello del grande puzzle che Tuomas ha in testa, ed infatti le origini di questo album risalgono a quando Laitinen ha commissionato dei campioni vocali alla soprano Milla Mäkinen, creando poi strumenti compositivi partendo da questo materiale. Elettronica. Voci mutate e digitalizzate. Musica ancestrale e futuristica allo stesso tempo. Musica etnico- liturgica dispersa tra l’infinità gelida dello spazio. Suoni terreni e rumori cosmici. Uno spettro di sonorità praticamente illimitato per stile, ampiezza, provenienza, ispirazione e direzione seguita. La colonna sonora dell’installazione artistica di Laitinen nella recente Bienniale di Helsinki, un’opera che tra le altre cose -nella versione online- offriva trasmissioni radio ambient 24 ore su 24 diffuse in occasione di ogni plenilunio del 2021; in questa trasmissione veniva utilizzata una tecnologia musicale fluida per creare una composizione infinita dagli stessi campioni di radice sonora utilizzati per dar vita a “Sapiduz”. Ciliegina sulla torta: questo sistema generativo è guidato con la logica dei codoni dell’mRNA. Ed ora chiamateli solo suoni, o chiamatela solo musica…
(Luca Zakk) Voto: s.v.
Vista il sito dell’artista www.tuomasalaitinen.com