(Emanzipation Productions) Eccolo l’Armageddon, reso materialmente vero quanto udibile dai Tardus Mortem! Un caos sonoro di oltre cinquanta minuti, nei quali la band della Danimarca sprigiona un sound estremo con indissolubili elementi black metal quando death metal. Il tutto però è un ribollire caotico, con una produzione scarna che riesce comunque a incollare assieme tutti i piani sonori. L’arrivo dell’apocalisse, l’umanità sulla strada della distruzione e la natura che gli scaraventa contro tutte le sue forze incollerite dalla stoltezza dell’uomo: Tardus Mortem sono il sigillo che si rompe e la Bestia suprema che arriva tra noi per spazzare via ogni cosa. Un sound distruttivo, grezzo, enormemente irruento e pericoloso, percorso da linee melodiche che saltano fuori a momenti alterni. Un blocco sonoro cupo, marcescente in certi momenti, totalmente infernali per la maggior parte del tempo. Addirittura una cover dei Grave, l’affatto banale “Into the Grave”, nelle cinque composizioni di “Armageddon”. Soprattutto però compare nell’album “Gust of Armageddon (Suicidal Winds)”, cioè circa ventiquattro minuti dove succede di tutto!
(Alberto Vitale) Voto: 8/10