(Rain without Records) Dopo il buon demo recensito l’anno scorso dal collega Luca Zakk QUI, i Temple of Void di Detroit danno alle stampe il proprio debut, che esce su tutti i formati possibili grazie all’accordo di ben quattro etichette diverse. Si inizia con “The Embalmer’s Art”, uno schiacciasassi (con una inattesa partenza veloce) molto più death che doom, con un growling gorgogliante e un wall of sound sporco e rimestato; malata e asfissiante “Beyond the Ultimate”, che raggiunge profondità abissali. “Invocation of Demise” ha praticamente riff e toni dei vecchi Morbid Angel, e un cantato ancora più cavernoso e profondo; lo strumentale “To carry this Corpse evermore” è un raggio di purezza acustica in mezzo a tanta sofferenza. La conclusiva “Bargain in Death” ha un minutaggio decisamente importante, fedele ai canoni del genere (quasi undici minuti), e si fa notare sia per un rallentamento centrale che per il solo finale, che mi sembra ancorarsi a una concezione molto classica dell’heavy metal e emerge sul mare di distorsione creato dagli altri strumenti. Non un miracolo, “Of Terror and the Supernatural”, ma sicuramente un buono, se non ottimo, disco di genere.
(René Urkus) Voto: 7,5/10