(Nordvis Produktion) Recensii il precedente omonimo album di questo progetto un paio di anni fa (qui). Ed esordii dicendo che non si trattava né di metal, né di sfuriate black, drumming estremi o chitarre esaltate. Evidenziai, però, che qui c’è tutta l’essenza introspettiva del black, dell’oscurità, di quei generi che scavano nei meandri della psiche umana, con un vicinanza alle tradizioni, passando per disegni di stampo folk. Con il nuovo lavoro tutto viene confermato e sempre più desidero definire il duo Tervahäät come i Wardruna finlandesi: per l’energia trasmessa, per la magia materializzata, per l’intensità emotiva e quell’essenza che puoi capire solo se nella tua vita hai avuto la fortuna di vagare per quelle foreste, quei boschi, quei silenzi così reali e spirituali. Su “Kalmonsäie” il folk e la natura integrano la potenza infinita dei canti, dei cori… rendendo tutto più etereo, più sottile ma anche infinitamente reale e percepibile. Quaranta minuti di assoluto abbandono. Concedetevelo.
(Luca Zakk) Voto: 9/10