(autoproduzione) Nuovo lavoro per la band pesarese che si distingue per un grintoso thrash metal, con l’utilizzo di un cantato in un semi-growl. Una produzione autonoma – non la prima per la band che vanta già un demo, un EP, uno split e un album – non perfetta ma a suo modo capace di esibire il senso e della musica della band. Riff grintosi e spesso volti a realizzare sequenze melodiche brevi che riescono a fare presa. Le composizioni sono costruite principalmente da molteplici variazioni, un punto di forza quando sono bene articolate e consequenziali tra di loro, mentre non lo sono quando se ne odono troppe perché appaiono meno dirette e conseguenti tra di loro. Un appunto sul cantato di Andrea “Steve” Biondi: ben piazzato in certi pezzi, come per esempio in “Epilectic Flesh” che potrebbe rievocare un Mille Petrozza degli esordi, eppure in altre esibizioni lo si vorrebbe intendere con un timbro diverso dal growl, totalmente monocorde. Insomma qualcosa di appropriato al contesto e al suo taglio technical che ne emerge in giro. Al netto di queste considerazioni, i Tetrarchate costruiscono la propria visione del thrash metal e in parte anche dell’heavy metal con parti che si sequenziano tra di loro, per uno stile generale che impronta tutto sulla progressione del riff operata da Biondi e Nazario Biscotti. Il comparto ritmico vede ovviamente un basso, forse nascosto dagli altri strumenti, di Andrea Aratari e una batteria di Alex Masini, che almeno negli stacchi dovrebbe a questo punto osare contribuendo a rendere il complesso musicale più ardito e definitivamente convincente.
(Alberto Vitale) Voto: 6/10