(Avantgarde Music) Sperimentazione pura. Sperimentazione oscura. I Polacchi Thaw sono certamente una realtà diversa, particolare, unica. La direzione musicale assicura solamente decadenza di ogni sorta, senza inquadrare la band dentro un genere definito. Questi quarantadue minuti infatti racchiudono elettronica, inglobano post metal, toccano black metal, abbracciano sludge e qualsiasi altra sfumatura di grigio percepibile nel passaggio graduale tra questi stili. Impressionante l’abilità con la quale conducono questo gioco musicale che anziché spiazzare o confondere, accompagna l’ascoltatore nei meandri perversi della creatività, trascinandolo attraverso un sentiero pieno di ostacoli mortali, dove dimorano angoscia assurda e rabbia crudele. Dettagli esasperati. Suoni evidenziati, esaltati. La registrazione di questo “Thaw” è stata curata nei dettagli, offrendo sensazioni sonore sbalorditive, incisive, dolorose: gli strumenti hanno una resa letale, gli effetti sono micidiali, ed anche i rumori, i molti rumori, risultano reali, feroci, capaci di disturbare la mente. “Ancestors” è un perfetta fusione di black metal e drone, una traccia con un groove contorto, in grado di incantare, coinvolgere, per poi violentare, uccidere. “Divine Light” incatena una gamma di idee vastissima, e riesce ad aggiungere a black e drone, anche musica melodica ed atmosferica capace di creare immagini deformi, orripilanti. “Kiara” è un piccolo capolavoro: collocata esattamente al centro del disco, conduce verso una assoluta deviazione, lontana da black, diversa dal drone: sei minuti e trentotto secondi di delirio mentale, ai confini tra l’orrore e la pazzia. Altro pezzo di spicco è sicuramente la pesante “On The World’s Grave”, caratterizzata da quella sensazione circolare, ridondante, ossessiva e velenosa. Sono sette le tracce assurde contenute in questo altrettanto assurdo debutto. I Thaw riescono a provocare micidiali sintomi di emozioni. Emozioni che loro rendono mostruose, deformi. Emozioni che loro amano drogare, avvelenare, sconvolgere. Emozioni che in maniera subdola si trasferiscono sull’ascoltatore, estinguendo qualsiasi barlume di luce, di speranza, di equilibrio.
(Luca Zakk) Voto: 8/10