(Metal Blade Records) I The Black Dahlia Murder sono una band che con il tempo ha carburato in meglio. Eppure agli inizi c’era chi, compreso chi scrive, si entusiasmava ai loro primi lavori, in particolare il debut album “Unhalloweed” e Miasma”, del 2003 e di due anni dopo rispettivamente. La melodic death metal band a stelle e strisce arriva dopo il periodo d’oro del death metal svedese ma non vuole riproporlo in maniera smaccata, al massimo riscrive intenzioni dell’hardcore e addirittura del deathcore e sempre con quell’attitudine propria aggressiva. “Servitude” è il passo di una band che tira diritto, nonostante la scomparsa del cantante Trevor Strnad due anni orsono. È il buon Brian Eschbach, chitarrista a prendere in mano il microfono. Una band che piazza continuamente qualche accelerazione disumana tra impennate technical death/thrash metal di un certo interesse. “Servitude” canzone dopo canzone ne presenta di momenti importanti, come “Panic Hysteric”, la successiva “Aftermath”, la sconquassante title track, “Transcosmic Blueprint”, come del resto frammenti sparsi tra pezzi nei quali Brian Eschbach e soci svolgono un lavoro ammirevole per precisione e originalità. Quest’ultima spesso ruota attorno ai contrappunti solisti o dei fraseggi di Brandon Ellis, chitarrista solista, affiancato dal ritmico Ryan Knight. Ad onor del vero tutti i pezzi offrono nascono da una prestazione implacabile dei Blacks. Eschbach al microfono, il drumming vorticoso e indomito di Alan Cassidy, coadiuvato da quel basso tuonante di Max Lavelle, sembrano in piena forma. “Servitude” è dunque una scorribanda tra thrash e death metal, con un muoversi calibrato, preciso, dominato dal ritmo e non solo quello della batteria, quanto dalle chitarre che si sdoppiano o si armonizzano insieme, dando così un’immagine multiforme di questi pezzi immediati pur con la loro intrinseca strutturazione in durate contenute: le canzoni sono tra i tre minuti e mezzo e i circa quattro minuti, fatta eccezione per un paio da tre minuti circa.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10