(Indie Recordings) Spensierati, scazzati e devastati questi rockers norvegesi. Fuori epoca, certo, avrebbero dovuto essere in giro prima di nascere… nel pieno degli anni ’80. Ma ciò non toglie che il loro rock’n’roll sia anche oggi molto sballato, molto sleaze, vagamente punk, sicuramente street. Nei tempi moderni, questo sound che all’epoca era ribelle, trova una connotazione più inquadrata, commerciale, una potenza sonora non più selvaggia ma canalizzata con precisi obiettivi; titoli come “Jawbreaker” e “Go Fuck Yourself” non hanno più la sincerità di una volta, dove essere in una band di questo tipo significava essere una specie di gang criminale e non un gruppo di ragazzi dalla media borghesia nordica. Tuttavia questa dislocazione temporale, questa collocazione erronea di immagini ed azioni, non riesce a togliere il valore ad un disco selvaggio, scatenato, difficilmente controllabile! Sarà la voce devastata e provocante del singer, saranno gli assoli eccitanti o il drumming tuonante, saranno i ritornelli di brani come “Borderline Crazy“… ma questo “No Sign Of Relief” è una fottuto album hard rock, suonato da dei capelloni antipatici e irrispetuosi che hanno sicuramente investito più soldi in birre e tatuaggi, che libri di testo. E devono aver investito pure in viaggi, visto che il vocalist Lizzy DeVine militava precedentemente nei Vains of Jenna, band svedese che si trasferì a Los Angels (offrendo performance per dei reality, tra questi “Kat Von Dee’s LA Ink”, il programma della tatuatrice ex compagna di Nikki Sixx). Diretta ed arrabbiata “Jawbreaker”, rockeggiante “Jawbreaker”, potenti “Weekend Suffering” e “Everybody Riot“, intensa e molto efficace “Check Your Head”, irresistibile “Chaos In A Bombshell”. Undici brani al fulmicotone, instabili, vibranti, irrequieti. Rock’n’roll furbacchione, un po’ ignorante, decisamente sfacciato, totalmente energetico.
(Luca Zakk) Voto: 8/10