(Reigning Phoenix Music) Da pochi anni l’australiano Mark Kelson, coadiuvato da qualche tempo da Richie Poate, recluta Jan Rechberger (Amorphis) e Niclas Etelävuori (ex Amorphis / Flat Earth) per rinvigorire il progetto The Eternal, avviato nel 2003 dalle ceneri di una precedente band. The Eternal resta un quartetto che vuole inserire nelle proprie emozioni musicali una logicaprog. The Eternal hanno sempre fatto riferimento al gothic, alle atmosfere fosche del dark e del doom inglese degli anni ’90, dunque a una certa malinconia di fondo, sempre con uno spirito volubile e per l’appunto con un atteggiamento tipicamente prog. Avere una prospettiva aperta e multiforme, lascia all’ascoltatore la possibilità di assistere a un fluire sonoro interessante. Apre “Skinwalker” la canzone “Abandoned by Hope”, supera i dieci minuti di durata, che per sua buona parte ricalca qualcosa degli Anathema di un tempo, per un’atmosfera generale che vede la collisione tra temi melodici un po’ grigi, malinconici, calmi e impatti ritmici robusti con qualche riff poderoso. Dolcezza e irruenza si sovrappongono nel resto dell’album. “Under The Black” e il prog totale di “The Iconoclast”, per esempio sono altri momenti nei quali linee melodiche vocali e strumentali vengono rintuzzati da progressioni fragorose, marcate ma non di durata considerevole. “Deathlike Silence” è una canzone accattivante, catchy per davvero, leggera a suo modo rispetto ad altro udito nell’album e probabilmente per il solo fatto che si accontenta di durare quattro minuti e mezzo, a dispetto di certe altre lungaggini udite nella tracklist. Anche “When The Fire Dies”, con contributo vocale femminile, ha una sua pregevolezza e grazia melodica. Ai quattro della band si sono aggiunti altri ospiti e tra i quali Tomi Joutsen e Santeri Kallio (Amorphis), Sami Yli-Sirniö (Kreator).
(Alberto Vitale) Voto: 8/10