(InsideOut Music) Dopo solo un anno da “Waiting For Miracles” (recensione qui), tornano i The Flower Kings con questo macigno, un album doppio, pieno di melodia, poesia, tecnica, divagazioni, improvvisazione…un rituale sonoro che venera l’unico vero dio… LA MUSICA! Solo un anno? Ok… il mastermind Roine Stolt spiega che con i concerti sostanzialmente scomparsi, ogni band si è trovata davanti ad un ostacolo di carriera apparentemente insormontabile, pertanto l’unico vero vaccino, l’unica via di fuga, è rappresentato dallo scrivere nuova musica! Le tecnologie lo permettono, visto che i membri della band sono sparsi tra USA, Italia, Austria e Svezia… quindi perché non approfittarne? Ed è per questo che “Islands” offre ben 21 pezzi divisi su un disco doppio, un’ora e mezza di musica sublime, irresistibile, tecnica, provocante, sensuale e ricca di carnalità! Un’ora e mezza di prog ricercato, ricco di divagazioni, congiunto al rock, legato alla melodia, discepolo dell’improvvisazione, adepto della musica vera, sincera, libera da confini e ricchissima di tecnica fruibile, attraente, ipnotica. Un’ora e mezza nella quale abbandonarsi, seguendo quelle linee di basso superlative, quelle chitarre fantasiose, quegli arrangiamenti contorti ma stimolanti, quei cambi di tempo e scena avvincenti. “Islands” non è musica. È un tempio, nel quale entrare, per pregare, per credere, per lasciarsi alle spalle qualsivoglia mortalità umana!
(Luca Zakk) Voto: 9/10