(Artoffact) Sono un trio danese e sono etichettati come post punk… ma è innegabile che le radici sonore di questo ottimo album affondano con prepotenza in un romanticismo dark wave ottantiano molto evocativo, coinvolgente, deliziosamente decadente ed oscuro. L’album parla di loro, di noi, di quella larga minoranza che osserva come il mondo dominato da grossi capitali ci sta convincendo che l’immigrazione rubano il denaro, commettendo crimini… quando esiste la concreta probabilità che il male non venga generato da questi poveracci ma dal potere stesso il quale ci mette l’uno contro l’altro. A cavallo tra elettronica e sonorità ispirate ai The Cure, con impostazioni piene di riverbero, linee di basso corpose, il tutto filtrato in modo molto tenebroso da una massiccia dose di elettronica, la quale invade anche la sensuale voce del frontman. Subito impatto elettronico con “In Gloom”, brano nel quale keys suggestive, chitarra contorta, drumming campionato contornano stupende e malinconiche linee vocali. Ottimo basso con “Burn in the Night”, dinamica e pulsante “She Is Lost”, impulsiva ed inquietante “Obsessing”. Venature industrial in un contesto delicato su “Obsessing”. Cristallina oscurità sulla ritmica vibrante di “Hearts Fade Out”, rocambolesca “Hot Summers”, mentre “Send Your Heart to the Riot” emana disperata tetra epicità prima della conclusiva palpitante title track. Suoni di altri tempi, aura dark wave prepotentemente allusiva. Musica carnale espressa con sublimi divagazioni digitali. Un fantastico viaggio tra luci al neon colorate avvolte in malinconiche nebbie che isolano ed offrono una delicata ed angosciante visione introspettiva.

(Luca Zakk) Voto: 8/10