(AOP Records) Tre anni fa Janosch Rathmer di Long Distance Calling e Stefan Hacklànder di Ordeal & Plight, avviano questa iniziativa musicale chiamata The Great Sea, nella quale poi convolano Phil Jonas (Crone, ex-Secrets of the Moon) e Azathoth (Gràb, ex Dark Fortress) come voci per un pezzo ciascuno e il cantante A per quattro composizioni e nelle stesse dove compare anche un bassista, RHW. Come The Great Sea è il debut album nel quale si configura un atmospheric-melodic black metal i cui toni sono piuttosto cupi, malinconici e qualche fase è di stampo doom. Tutto ciò che è udibile in “Noble Art of Desolation” è parte di un insieme abbastanza vasto, di fatto i due musicisti vogliono rappresentare le profondità e la maestosità del mare. Un luogo come la metafora dell’oscurità sterminata che ci circonda e allo stesso tempo è un elogio alla magnificenza della natura. Melodie che si dilatano, pezzi anche abbastanza lunghi, un creare melodie spesso struggenti e dalla forte malinconia, “Noble Art of Desolation” offre un ascolto scorrevole e allo stesso tempo un’esperienza percettiva tra magnificenza e grandiosità melodica, si ha davvero la sensazione di percorrere spazi immani, percependo la propria esistenza come una piccola parte di ciò. Ai The Great Sea il merito di sapere impostare uno stato emozionale ai propri pezzi che va a imporsi su tutto. Chissà se in futuro Rathmer e Hacklànder svilupperanno maggiormente l’uso dell’arpeggio che appare la soluzione meno ripetitiva rispetto al tono delle melodie.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10