(Erzsebet Records/Indar Produtions) E pensare che dalla copertina mi immaginavo roba Death Progressive… I The Great Wound invece, spagnoli, non sono nulla di tutto ciò. Sin dalla prima traccia si sente una ormai sempre più rara perizia nella scrittura dei brani. Il primo gruppo che salta alla mente sono i Dark Tranquillity delle produzioni di inizio millennio, anche nei testi. Ma come spesso accade, il carattere mitteleuropeo si fa sentire eccome. Ecco quindi dei suoni marcatamente melodici in senso epico. Già la seconda traccia comunque mischia le carte in tavola, perché si omaggiano niente meno che i Dissection! Deciso cambio di registro quindi che comunque non stona con il carattere generale del platter. La terza e la quarta traccia fanno pensare che forse il disco era cominciato con un abbaglio, perché la componente Death diventa decisamente predominante. Le coordinate base sono ancora i lidi svedesi, ma leggermente più ammorbiditi nei suoni. Già la quinta traccia però sterza nuovamente verso qualcosa di nuovo. Qui esplodono tutte le componenti epiche prima presenti in forma tutto sommato latente, rivelando una debole fiamma melodica folkeggiante. L’opera è un continuo alternarsi degli elementi sopra indicati, proposti in modo mai banale ed eseguiti con cura, specie nell’esecuzione dei seppur rari assoli. Un disco che potrebbe decisamente sorprendere i più… Da ascoltare assolutamente.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8,5/10