(Cyclone Empire) Adoratori del demone di Stoccolma, inchinatevi al suo ritorno. Il terzo album dei Grotesquery è tra noi. Un’attesa che non ha portato sofferenza, in quanto sappiamo bene come il sound di Kam Lee (ex-Massacre, Death/Mantas, Bone Gnawer), Rogga Johansson (Paganizer, Ribspreader, Bone Gnawer, ex-Edge Of Sanity e tanti altri ancora), Bryniar Helgetun (Putrevore, Megascavenger e altri e sempre con Rogga) e Johan Berglund (Demiurg, The Skeletal ecc.) sappia essere una diretta emanazione del maligno di cui si è scritto poc’anzi. Sound alla Dismember e primi Entombed, come sempre e come sempre non solo loro perché ci sono pesanti imbottiture alla Bolt Thrower e duelli tra pattern e riffing che ricordano i Gorefest. Il tutto è nitido, chiaro, pulito. Il basso di Berglund è una sottile e torbida poesia che borbotta in sottofondo. Helgetun è il solito martello a cronometro, preciso e infaticabile, bravo a sottolineare ogni variazione del riffing. Tutto quadra in “Curse of the Skinless Bride”, un lavoro ovviamente votato a tematiche occulte e gotiche, concettualizzate attraverso un universo che sembra un derivato di Poe e Lovecraft, come del resto gli stessi Grotesquery ammettano candidamente, facendo sapere che questo terzo album completa la “Coffin Born Trilogy”. Pezzi che celebrano melodie sinistre e cupe e altre che invece trionfano per solidità e il tutto attraverso un clima sonoro che non presenta come al solito nulla di nuovo, ma che ha sempre il pregio di essere fatto bene.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10