(Century Media) Sono passati tre anni dal “Exit Wounds”, precedente album targato The Haunted. Un lavoro che vedeva il ritorno in line up del singer Marco Aro e del drummer Adrian Erlandsson, oltre all’innesto del nuovo chitarrista Ola Englund. Una sorta di nuovo inizio, dopo alcune prove decisamente sottotono, che trova seguito con questo nuovo album “Strength In Numbers”. Il songwriting della band si è evoluto nel tempo, seguendo un po’ l’evoluzione dei loro mentori Slayer: non più soltanto furia thrash/hardcore, che comunque rimane ben presente, ma alternata a soluzioni più oscure e cadenzate, già sperimentate nel disco “The Haunted Made Me Do It”, con il quale questo nuovo album ha diverse affinità stilistiche. “Brute Force” è la classica fucilata alla quale la band ci ha abituati; meno di tre minuti di furia belluina che si schianta tra capo e collo del malcapitato ascoltatore. “Tighten Noose” è slayeriana al 100%, un pezzo devastante che dal vivo mieterà vittime. Ma come dicevo prima, troviamo molte parti insolite, sparse nell’album. La conclusiva “Monuments” ad esempio, caratterizzata da ritmiche rallentate ed oscure, che richiamano i Testament di “Three Days In Darkness”, ma con un mood più darkeggiante. Un feeling oscuro che troviamo anche in apertura della title track, che poi si evolve in un mid tempo thrash quadrato e pesante, con assoli vicini al metal classico. Un album che conserva il trademark The Haunted, riconoscibile dallo stile ormai consolidato in vent’anni di carriera, ma che dimostra anche una voglia di evolversi, di rimanere brutali senza però fossilizzarsi.
(Matteo Piotto) Voto: 7/10