(The Sign Records) Selvaggi, sporchi, volgari, sfacciati, rumorosi… Esattamente quello del quale il rock ed il punk hanno bisogno! Gli inglesi The Hip Priests giungono al quinto album, sbattendoci in faccia undici brani diretti, brevi, concisi ed irresistibili, dove l’immediatezza dei Ramones, il riffing degli MC5, l’oltraggioso degli Stooges e la rumorosità dei Motörhead si fondono con vocals beffarde, gracchianti e decisamente maleducate. Undici mazzate caratterizzate da chitarre lo-fi, drumming incessante, zero tecnica e quintali di attitudine. Scordatevi il punkettino da classifica di Offsprings, Green Day o Blink 182: qui si pesta duro, si poga selvaggiamente, si alza il volume a livelli assurdi mentre si sfreccia in autostrada ben oltre i limiti di velocità. ‘Punk’s Not Dead’ dicevano gli Exploited… e The Hip Priests non fanno altro che confermarlo.

(Matteo Piotto) Voto: 9/10