(Cacophonous Records) Devo averlo già ribadito almeno una mezza dozzina di volte… ma caspita, il Black inglese ha qualcosa di diverso dagli altri, una sorta di compostezza, un aplomb se vogliamo, decisamente britannico appunto. E al sottoscritto piace davvero molto. Aggiungiamoci poi che qui si tira in ballo un’etichetta inglese garanzia di qualità assoluta come la Cacophonous (basti pensare ai primi due album dei Cradle Of Filth) e già avremmo elementi sufficienti per dare un voto positivo alla release. Per fortuna c’è di più in quest’uscita, vale a dire della buona musica di mestiere, basata sia su velocità che su atmosfera, otto tracce magniloquenti a tratti quanto aggressive in altri. La voce è davvero lo stereotipo del cantato Black, ma qui svolge egregiamente la sua funzione trainante di un combo ben affiatato e rodato nonostante stiamo parlando solamente della seconda uscita discografica. Il comparto tecnico macina cambi di velocità come se non ci fosse futuro, ma ciò che colpisce maggiormente è l’assoluta disinvoltura in cui elementi veloci e controparti sinfoniche vengono messe in sequenza a formare un album esaltante quanto stereotipato. Niente di nuovo quindi, ma composto e suonato con tanto di quel gusto che non vi dico. Davvero convincenti.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 9/10