(ATMF) Il trio austriaco in questione non è certo composto da gente di primo pelo. Soprattutto il cantante può vantare una esperienza non indifferente nel panorama estremo mitteleuropeo, portando di fatto alla concezione di un album molto completo e ben bilanciato nelle sue componenti principali, vale a dire rabbia e atmosfera. In articolare la traccia di apertura “The Golden Key to a Pandemonium Kingdom” porta fin dal titolo la componente rituale e malefica delle composizioni, un’aura piuttosto oscura anche se canonica per gli stilemi del black classico. Il suono dei The Negative Bias potrebbe ricordare molto i Behemoth più black di due album fa con l’aggiunta molto insinuante di partiture atmosferiche ed epiche che donano alle tracce una nota magica ed epica dallo stampo tutto europeo. Nonostante l’esiguo numero di canzoni il minutaggio è molto alto, segno di uno sviluppo accurato e complesso dei brani, i quali si muovono su territori si già esplorati dal black ma assolutamente piacevoli nell’ascolto. Un disco forse non troppo impegnato come probabilmente era nelle intenzioni dei suoi autori ma pienamente riuscito nell’obiettivo. Insomma, una quadratura del cerchio senza troppi dolori o patemi, che rasserena gli animi di quanti cercano nel secondo decennio del ventunesimo secolo un black onesto e veloce senza troppo impegno mentale.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7,5/10