(Indie Recordings) Crescono molto i norvegesi The New Death Cult con questo loro secondo album. Se il debutto (recensione qui) offriva molti spunti variegati, il nuovo lavoro mette tutto a fuoco, mira con precisione e rivela una band di heavy rock alternativo irresistibile e travolgente, rivelando un disco che si mostra esplosivo, brillante, incalzante, decisamente tuonante. Oscura nella sua accecante luminosità la favolosa “Different One Blood”, imponente e sognante “High + Low”, ribelle e con anima punky la deflagrante “Antidote”. Quella chitarra graffia, è sempre pronta, sempre irriverente… lo è nei primi tre brani, ma continua testarda con l’introspettiva “Superglue”, la funky “Machines” e la misteriosa “Another World”. Impossibile rimanere immobili con la subdola energia di “Get Ready (Eukaryote’s Anthem)”, decisamente superba la favolosa “Devious Moves” con le sue radici ben piantate nella dark wave. Plateale “Shards”, seducente e vagamente ottantiana “The Slide”, è dannatamente incalzante “Alive”, mentre la conclusiva “The World” si lascia andare ad una bellissima sensazione di tetra malinconia. Registrato in maniera sublime, “Super Natural” cattura fin dal primo ascolto con i suoi suoni organici, schietti, diretti. Musicalmente la band ha compilato i documenti per la propria carta d’identità, mentre a livello di testi c’è sempre quella attenzione per quel che succede, occhi aperti verso un mondo strano, analizzando la dualità della natura, sia ambientale che mentale, con un a potente presa di coscienza ed una cinica personale visione della nostra epoca estremamente complessa.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10