(Indie Recordings) Amo i frullati. E più ingredienti posso frullare assieme, più felice sono. Certo, ci sono frullati con ingredienti incompatibili che faranno inevitabilmente schifo e frullati con un pot-pourri ad ampio spettro i quali, un po’ per genio ed un po’ per fortuna, risultano essere una prelibatezza! I The New Death Cult appartengono alla quest’ultima categoria e a quasi vent’anni dall’inizio del nuovo millennio, finalmente, portano qualcosa di così innovativo ma anche così radicalmente vintage da risultare unici! Parlavo di frullati? Bene, ecco (quasi tutti) gli ingredienti: intanto i Ghost, sia per impostazione vocale che per un’idea di base del look (il quale comunque è concettualmente molto differente). Poi un po’ di Alice Cooper, una buona dose di hard rock anni ’80, un po’ di rock più pop e classico, qualcosa anni ’90, delle divagazioni psichedeliche tra Pink Floyd e Hawkwind, senza dimenticare un po’ di Rockets, con una spruzzata di polvere, quella tipica di generi southern o desert. Il frullato però va preparato altrove, in un altro pianeta (ad esempio Netuluna…), sistema solare o galassia… un po’ dove vi pare, basta che sia una distanza sufficientemente tale da far ronzare il frullatore nei paraggi di qualche mondo alieno abitato. Frullare accuratamente ad alta velocità (quella della luce, per esempio) per poco più di mezz’ora (mezz’ora terrestre, poi va considerata la curvatura spazio tempo, ovviamente…) ed ecco che ne escono quattro elementi base, quattro elementi atomici: Alfa, Beta, Delta e Gamma, i quattro rockers alieni, mascherati e fluorescenti, spaventosi ma luminosi, i quali offrono un hard rock brillante, un hard rock palesemente ottimista… un hard rock che vuole salvare il mondo da tutti i mali: inquinamento, guerre, corruzione ed odio. Le ricette per la salvezza del genere umano sono tutte di dimensione cosmica, mandate quaggiù da una specie di divinità galattica che ci curerà dai nostri terribili mali, i nostri cancri terminali. “L’odio non è più nemmeno un ricordo”, “L’umanità si è svegliata”, queste sono le frasi nei loro brani, i quali comunque sanno spaziare dall’attivismo sociale ad ampio spettro fino a parentesi di cose quotidiane, come la vita di un musicista in questo business contorto e traditore. Suggestiva e sognante “Light Spills Over”, esplosiva “Zeitgeist”… un brano che ricorda anche i Twisted Sister (da aggiungere agli ingredienti di cui sopra), melodica e brillante “True Eyes”, un brano che si colloca tra gli U2 e i Green Day. Più complessa ed elaborata “Moon”, provocante e lasciva la bellissima “The War”. Sprazzi di modernità digitale in un contesto rock con “Colours Of The Mind”, mentre “Home” è un brano hard rock melodico che scatena un sano headbanging galattico! Nove intensi brani, sempre all’insegna di un hard rock intenso, micidiale, ricco di spunti classici e decisamente intramontabili, ma intelligentemente moderno e controcorrente.
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10