(Pelagic Records) Questa pubblicazione chiude la serie incentrata sulle ere geologiche che la band espressione di un prog-post rock di Berlino ha voluto mettere in musica. La storia geologica del nostro pianeta è stata costruita dai The Ocean attraverso album che hanno portato alla luce la qualità del collettivo ­– infatti la band si chiama The Ocean ma definendosi essa stessa un collettivo, spesso il nome viene appunto seguito da quell’aggettivo, cioè ‘collective’ – impegnato in terreni post e progressive di taglio contemporanei. “Holocene” è appunto l’epoca dell’Olocene, quella in cui compare la razza umana. L’album mette in luce un maggiore supporto da parte dell’elettronica con sintetizzatori che in diversi pezzi rappresentano lo sfondo tematico o d’atmosfera di vaste porzioni che si integrano nelle trame degli strumenti. Album nel quale i ritmi sono fondamentali, perché sospingono nei pezzi l’altalena tra momenti di calma ad altri più imponenti che si susseguono con traslazioni e mai in maniera netta o dirompente. I The Ocean Collective sono nella posizione di creare mutamenti nelle composizioni e sviluppando in essi soprattutto un tema portante e aggiungendovi inevitabili cambiamenti melodici nella dinamica del suonare. L’atmosfera è mite, per quanto non sia una band che traduca in musica l’allegria, sempre trincerata in un fatalismo, un’epica quanto una seriosa filosofia che non ammette colori vivaci. Eppure risultano più melodici di quanto si possa pensare i The Ocean in questo “Holocene”. Si pensi al brano “Unconformities” con la cantante svedese Karin Park.

(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10