(Nature Morte) Conosciuti per “Black Mouths” (QUI recensito) i parigini The Prestige rappresentano ancora, dopo tre anni dal precedente lavoro, un’avanguardia del post hardcore e in parte del post metal. Sono la raffinata evoluzione della durezza. “Amer” offre atmosfere crepuscolari, vissute dietro una cortina sonora che è dura e chiassosa, ma il feeling interiore e quello capace di comunicare all’esterno e dunque verso l’ascoltatore, un’atmosfera profonda e a tratti emotiva. “Amer” a quaranta minuti di durata non ci arriva, ma è talmente poderoso e contemporaneamente ricco di scomparti, evoluzioni umorali, paesaggi cerebrali che rappresenta una dilatazione incalcolabile del tempo. Fasi possenti vengono alternate da escursioni nell’hardcore, momenti di sperimentazione neo-psichedelica, vengono scosse da sussulti tra il post metal e un rock ibrido e claustrofobico. Da tutto ciò erompono atmosfere melodiche, sospinte da una sezione ritmica nervosa e infaticabile. In questo “Amer” c’è qualcosa di atipico, qualcosa di onirico, come ben rappresenta l’artwork e tutto il layout dell’album. E i testi? Ecco un esempio significativo: “We are as rotten fruits of some dead crooked tree, hanging our hopes to the winds of laced cliffs where our lives flow relentlessly”.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10