(Red Cat Records) Nel titolo di questo album d’esordio dei The Steel Bones, c’è un messaggio lampante e affatto banale. Si, è il primo album ma forse non è il primo passo, quello i marchigiani forse lo avevano probabilmente già compiuto Carlo Lantieri e Ivan Battistella, quando nel 2020 hanno sentito l’esigenza di provare a cimentarsi con del materiale proprio. Scrivere canzoni e non fare cover o parodiare qualcuno. L’interazione tra i due ha generato più materiale del previsto e il southern rock infarcito fisiologicamente di blues, country, r’n’r, hard rock, il soul, prende forma definitivamente quando si aggregano il bassista Maurizio Leone e il chitarrista Erik Porfiri. Anni di musica quanto di gavetta e ora il primo album, il passo successivo al primo, che francamente è impressionante. Se il primo pezzo presentato dall’album è “Scars Remain” ed è un southern rock docile ma in uno stampo country suonato con maestria, un genere che la sua atmosfera non è capacità di tutti in questo paese e forse nel continente, risulta quasi fuorviante dal resto di “First Step”. Di fatto la ruggente opener “Hard Bones”, con il suo caldo assolo, cede il passo al riff incalzante di “Empty Heads” che rappresenta la canzone più ariosa, elettrizzante che ricorda quasi i primi momenti della carriera degli Aerosmith. Due pezzi elettrici e degnamente rock dunque, però “Good To Be Alive” è così maestosa che si prende la scena tra i pezzi più ‘tosti’ e non da meno tra quelli migliori dell’album. “West End Highway”, che segue le prime due canzoni, ha quel sapore alla Free con il suo passo misurato ma arzillo, mentre è un’altra perla “Hunter Of Tears”. Questa canzone è forse l’apice di “First Step” per i quattro. Nella canzone c’è tutto: un riff portante dall’ascendenza blues, chitarre acustiche – queste poi sono sparse un po’ ovunque nell’album – un basso che va al trotto e infonde tono al ritmo, un coro che casca perfettamente e senza di esso il pezzo non avrebbe forse avuto tutto questo fascino e, senza nulla togliere all’arte di tutti, Ivan Battistella che al microfono supera se stesso. Musica vibrante, vera, nata nelle Marche ma quasi non c’è da crederci per come suona southern! A proposito di musica, in conclusione è utile indicare gli strumenti che ognuno dei The Steel Bones suona, in tal modo si comprenderà ancora di più la varietà sonora che impreziosisce “First Step”: Ivan Battistella è dunque voce ma anche chitarre e armonica, chitarre anche per Carlo Lantieri ma anche banjo, mandolino e armonica, nonché voce e sempre un contributo vocale è anche del batterista e percussionista Simone Gagliardi. Maurizio Leone suona il basso e viene difficile pensare a questi pezzi senza di lui.
(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10