(Autoprodotto) Il secondo disco degli italiani è piuttosto peculiare per alcune ragione. Prima di tutto, il cantato in lingua madre, lingua comunque difficile da adattare al genere proposto. E quest’ultimo è la seconda peculiarità del gruppo: dopo un’intro piuttosto oscura e doomeggiante, “Il Peso Specifico” parte in effetti come una canzone doom, ma poi vira, con una possente accelerata, verso territori più personali, simili al punk più sotterrane, per poi ripiombare negli ambienti propriamente doom. La successiva “Gambe Storte” non fa che aumentare questa sensazione di mancanza di riferimenti, portandoci verso un rock sulfureo e a tinte garage e settantiane. La musica è prodotta con parsimonia e attenzione, facendo risaltare tutti gli strumenti (ricordo che siamo di fronte ad un disco autoprodotto…) e infondendo continuità ad un’opera poliedrica, figlia di nessun genere quanto piuttosto della creatività compositiva di questo buonissimo gruppo tricolore.
(Enrico MEDOACUS) Voto: 8,5/10