(Indie Recordings) Cambiano un po’ gli scenari in casa Samoth (Emperor), Cosmo (Mindgrinder e Windir) e Nils Fjellstrom (Dark Funeral), vista la tanta irruenza, frenesia e spiagliata aggressività che albergano in questo nuovo album. Strutture sempre veloci, come d’abitudine per i The Wretched End, eppure anche una nuova e malsana atmosfera che avvolge i brani e rende “In These Woods, From These Mountains” forse il discorso più estremo e contemporaneamente più versatile, intrapreso da Samoth e gli altri suoi due colleghi. La presenza di alcuni illustri ospiti, come Attila Csihar (Mayhem, Tormentor) per il cantato in “Old Norwegian Soul” e quello di Einar Solberg (Leprous) in “Dewy Fields”, sono le ciliegine sanguinanti su questa torta imbastita in uno studio norvegese e masterizzata al Fascination Street in Svezia per un risultato finale eccellente. Tutto collocato con estrema cura: suoni, cantato, arrangiamenti, concetto musicale, espresso con un qualcosa che è a metà tra il black metal e il blackened e gli inevitabili coinvolgimenti thrash metal. Maglie del riffing serrate, eppure capaci di produrre variazioni lisergiche o pregne di groove, con una carica estrema ineccepibile. Il drumming poi sorregge il tutto, percuote le pelli Fjellstrom come un assassino preciso e meticoloso, giocando su continue rullate che aumentano lo stesso pathos e crescendo dei brani. “In These Woods, From These Mountains” lancia questo trio nato in sordina, ma da sempre in grado di fornire musica maledettamente estrema e qualitativamente importante. Una realtà ormai solida nel panorama metal europeo.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10