(Art Gates Records) Un concept di power fantasy metal: nulla di più, nulla di meno. Questo significa che gli spagnoli Theragon sono così nostalgici, determinati, o magari, secondo alcuni, sconsiderati, da proporre per il loro esordio una formula e un mood che andava forte venti se non venticinque anni fa! Per chi scrive, al netto di qualche limite, si tratta naturalmente di un bene, e non è anzi la prima volta, negli ultimi mesi, che mi capita fra le mani un disco di ‘vintage power metal’… Pronti, via: la traccia autotitolata ha un riff cristallino, che può far pensare ai Gamma Ray di “Somewhere Out in Space” come, più recentemente, ai Majestica o ai Northtale (per il forte impianto sinfonico) o ai Fairyland (per l’uso dei cori). Peccato però che il comparto vocale sia leggermente debole nel missaggio: è il difetto principale del disco, non so quanto da imputare alle qualità del singer Ferran Quiles. Easy, quasi cantilenante il refrain di “Blazeborn”, e anche “The Eternal War” ha quei ritmi elementari, vagamente folk, sognanti e fantasy dei ‘bei tempi andati’. La lunga “Fire Blood” chiama finalmente in causa i Rhapsody, con quei suoni fra classica e neoclassico; “As the Wind” mi sembra richiamare proprio “Beyond the Black Hole”, sempre dei Gamma Ray e sempre da “Somewhere…”, nel refrain, con Ferran che va al massimo del proprio falsetto. Immancabile il brano ‘tavernesco’, che risponde al nome di “Drunk Dwarf Inn”; peccato poi (ed è davvero un peccato!) che la suite finale “Talisman of Tears”, di ben 11 minuti, dopo una prima parte molto melodica si perda in un eccesso di parti narrate e teatralizzate. Qualcosa da aggiustare, ma molte belle promesse in “Where the Stories Begin”, che come dice il titolo è, appunto, soltanto un inizio…

(René Urkus) Voto: 7/10