(Nuclear Blast) Segretamente Christofer Johnsson deve odiare questa situazione. Lui è uno spirito artistico libero. È quello che un giorno s’è messo in testa di fare un disco come “Les Fleurs du Mal” (di fatto l’ultimo full length della band, recensione qui) contro ogni consiglio o regola commerciale. Autofinanziandosi (pur avendo un contratto con una grossa etichetta), chiedendo un prestito… e vincendo su tutto il fronte. Sto ascoltando il press kit digitale di questa nuova ambiziosa opera. Quarantasei brani. Una tabella con i nomi dei cantanti (sono tanti) assegnati ai vari personaggi e collegati ai tre atti della release (che è un triplo CD). Percepisco ancora una volta il coraggio di Christofer. Tanto coraggio. Se all’epoca dell’album ‘in francese’ la sua idea sembrava tanto strampalata quanto eccentrica, tanto da risultare geniale (ed io adoro quella release), questa volta siamo alla sfida assoluta. In un’era di fruizione frivola, di musica digitale ed impalpabile, di vendite discografiche fisiche vicine al ridicolo… mettere in piedi un’opera di tre ore, composta da quarantasei capitoli (uno per brano) è paragonabile al suicidio. Ed infatti un po’ di morte è già arrivata, in quanto sono stati diffusi alcuni singoli, con video o lyric video… la solita giostra mediatica che gira intorno all’uscita di un album attraverso una label di spicco. Tutto perfetto… ma è meglio spiegare un po’ cos’è “Beloved Antichrist”, cos’è veramente. Si tratta di un’opera scenica, teatrale, chiamatela pure cinematografica. È un’opera con scene, personaggi, azioni. L’ascolto della sola musica è già di per sé una castrazione (è come guardare un film con il solo audio)… ma estrarre vari singoli a salto tra i quarantasei brani è come -e parlo sul serio- guardare un film saltando da una scena (a caso) ad un’altra. Oppure, considerati i trend moderni i quali prevedono la dipendenza da serie TV di vario tipo, è un po’ come guardare l’episodio 6, poi il 22, poi il 46 ed infine il 20. Non siamo nemmeno nell’ambito del trailer del prodotto venduto (pochi secondi di qualcosa) ma proprio in una specie di spoiler macroscopico. Leggere il finale di un libro ancor prima di cominciarlo, sbirciando pure qualche capitolo intermedio. Ma rendiamoci conto che questo timido ragazzo (quasi mio coetaneo) Svedese ha messo in piedi una cosa mostruosamente immensa… e, come egli stesso dichiara, spera di poterla portare in scena; non in concerto, IN SCENA! “Beloved Antichrist” è musica dei Therion al 100%. È la musica e gli arrangiamenti di “Sitra Ahra”, di “Gothic Kabbalah”, di “Secret of the Runes”. Attenzione, i Therion non si stanno ripetendo, le idee sono sempre fresche, ma quella è la musica, quello è il loro genere. Non c’è la rivoluzione stilistica intesa come parametro strettamente musicale. C’è invece un lavoro monumentale di scripting, di ispirazione ad una novella di Vladimir Solovyov, di costruzione scenica e progressione narrativa. Un lavoro di adattamento assurdamente destabilizzante. Dove ogni parola dei testi, ogni strumento musicale, ogni voce, ogni atmosfera ha un suo preciso contesto scenografico. Però, al fine della stesura di queste parole, io ho a che fare con questo mio misero press kit digitale il quale non presenta lo script o i testi (cosa che spero ci sia sulla versione fisica, visto che in versione CD contempla un booklet da 48 pagine)… e quindi manca un po’ di… tutto. È musica che deve accompagnare una scena, una recita, un teatro, qualcosa di visivo che viene completato dal suono. Siamo agli albori dell’arte: qui la musica accompagna, i cantanti recitano, la storia incalza e deve essere recitata da attori. Davvero, mi chiedo se ci sia un qualsivoglia senso nel recensire la colonna sonora di un’opera teatrale su una testata che parla di sola musica (fine a se stessa) ed argomenti collegati. Christofer sogna di portare questa opera in un vero teatro (progetto ambizioso e costoso, vista la quantità di voci e personaggi) o in un concerto dalle sembianze teatrale; quindi che gli piaccia o no… questo è il percorso da fare: label tosta, triplo disco, singoli, trailers, video, tour con qualche canzone da “Beloved Antichrist” e speranza di monetizzare per il passo successivo. Io, nel mio piccolo, considerata anche la mia nota adorazione per la musica di questa band, mi sono permesso di ascoltare attentamente, parola per parola, in un modo inconsueto per i miei standard professionali: Ho cercato di seguire solo la storia, immaginando la recita degli attori, i costumi, i movimenti, le interazioni, con l’accompagnamento della musica. I testi sono catchy, molto Therion, ma offrono una prospettiva diversa, la quale è ovviamente orientata al palcoscenico. C’è un mondo nuovo dentro “Beloved Antichrist”. Questo non è un album. Questo è un capolavoro che deve ancora mostrarsi al pubblico. Il triplo album “Beloved Antichrist” è il trailer di se stesso, di una versione artistica più intensa, più completa, più ampia e totalmente avvolgente. È questo l’aspetto al quale io do valore. Se così non fosse, siamo davanti ad un album di quarantasei canzoni dei Therion, 3 CD (o un un CD con due bonus CD). C’è il rischio di vedere una potenziale noia artistica. Ma, come detto, non è questo l’aspetto che ho preso in considerazione. Provate a seguire il mio esempio… e cercate di vedere dove si cela il coraggio di Christofer Johnsson.
(Luca Zakk) Voto: 10/10