(Christofer Johnsson) Una capacità di contorcere, stravolgere, trasformare la musica. I Therion di Christofer Johnsson sono sempre stati sinonimo di sconvolgimento ed avanguardia artistica. Con “Theli” stabilirono le fondamenta di un genere musicale che potrebbe essere denominato con il nome della band stessa. Nella loro carriera hanno scritto musica superba, con un utilizzo imponente di coristi e musicisti (wikipedia riporta che su “Lemuria/Sirius B” erano 171 musicisti e 32 coristi). Le aspettative diventano tali che nessuno può prevedere quale possa essere il prossimo passo di questa band, in quanto, se questo fosse possibile, non si parlerebbe dei Therion. I Therion, o meglio, Christofer Johnsson: artista con visioni, sogni, idee. Sempre un passo avanti, sempre sul livello successivo. Uomo riservato, ma mostruosamente produttivo. Capace di anticipare gusti. Lungimirante. Regole riscritte, leggi stravolte, un’iperbole musicale assurdamente perfetta. Christofer Johnsson: un oscuro direttore d’orchestra, uno schivo compositore geniale, un uomo che osa, che rischia, che va oltre. Questo “Les Fleurs du Mal” è il nuovo passo avanti. Un progetto che lui ha personalmente finanziato, in quanto nemmeno la Nuclear Blast crede nell’ennesima metamorfosi creativa. Cosa ci si può aspettare da un genio che ha creato un nuovo genere metal, convincendo pubblico, stampa ed industria musicale durante gli ultimi 25 anni? Ha già dimostrato che può creare opere immense dal nulla, diventa pertanto ovvio pensare che il prossimo passo è sicuramente l’andare oltre. Riscrivere il concetto di musica. Riscrivere, appunto, le regole. Ispirato dalla raccolta lirica di Charles Baudelaire, dalla quale questo album prende il titolo, Christofer ha concepito una esperienza sonora basata su sedici covers di canzoni (romantiche) francesi anni 60/70. Cantate in Francese naturalmente, in modo da mantenerne la dolcezza e lasciare colare l’erotismo, il peccato, l’orrore delle poesie dell’opera di Baudelaire. Covers, o meglio, “Therionizzazioni” di queste canzoni del passato. Oltre le mode. Oltre le epoche. Diverso punto di partenza, stesso punto di arrivo: una geniale idea che porta ad un geniale concetto. Forse pochi lettori conoscono i pezzi originali di questo album. Io mi chiedo davvero come abbia fatto Christofer a sentirci, vederci, intuirci l’impatto sonoro di questo platter in quelle ‘chanson’ francesi. Ma i Therion, ancora una volta, trasportano in un viaggio nuovo, verso un posto nuovo, attraverso un’atmosfera nuova. Un album concepito per essere teatrale (non a caso i futuri progetti di Christofer vanno verso una rock opera completa, come mai sentita e vista prima). Ma qui siamo davvero oltre. Siamo oltre la musica. Oltre il teatro. Oltre l’immaginazione. Il livello tecnico si avvicina alla perfezione. Lori Lewis supera se stessa. Tutti i musicisti vanno oltre. La componente metal, la massiccia struttura che sta sotto tutto ciò che è opera e corale, va oltre, e porta il concetto oltre. Oltre come l’intero pianeta Therion. Signore e Signori. “Les Fleurs Du Mal”. Questo artista, per l’ennesima volta ci prende per mano e ci porta oltre i nostri propri limiti. Questo artista ci mostra che la musica è musica. Una sequenza di suoni. Una sequenza di note. La differenza tra i gusti ed i generi si riduce alle sensazioni, ed a come vengono effettivamente suonate queste note. Il confine è proprio davanti a noi. Lasciate sbocciare i fiori del male. Lasciate che la terra, che la natura, dia loro linfa vitale. Lasciate che gli eventi facciano il loro corso. Che i suoni vi giungano per quello che sono, per ciò che possono dare. E fidatevi: lasciate che il genio di quest’uomo vi annienti, vi rapisca, vi faccia sognare ancora una volta.
(Luca Zakk) Voto: 10/10