(Autoproduzione) Il drone è la nuova frontiera minimale della musica e Theta ne traccia i confini, i quali toccano anche territori dark ambient, doom e in una certa misura quelli noise. È un luogo ignoto e oscuro questo tre pezzi che anticipano un album in via di realizzazione da parte dell’unico componente di Theta. Dentro “LXXV” risiede un concetto, un’idea, un qualcosa che si ricollega alla psiche o più ampiamente alla mente dell’individuo. I pezzi sono tre e classificati come “A”, “B” e “C” e leggendo il prospetto interno si apprende che sono ricollegati, rispettivamente a “il numero indica la frequenza in hertz”, al Litio e al numero delle tre dimensioni percepite dall’uomo. Ventitré minuti e oltre che marciano ossessivi, oscuri e fragorosi. Qualcosa di pesante e angosciante, scandito con pesantezza e una solennità che porta a tenere tutto molto lento. Un sound deprimente, ma al contempo terribile, spaventoso. “LXXV” è un po’ l’anfratto dell’angoscia.
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(Alberto Vitale) Voto: 7/10