(Chaos Records) Secondo album in, udite udite, quasi quarant’anni di carriera per il gruppo svedese, che circa un annetto fa si ritrova in studio per una rara prova di registrazione. Il risultato? Come dovrebbe suonare il black nel 2023, robusto e marziale, con Marduk e ultimi Watain come principali ispiratori. Proprio ai primi sembra quasi dedicato l’album, una sorta di omaggio a tutto ciò che il black metal è stato per la Svezia. Potenza, ferocia, precisione e rabbia, tutto condensato in nove tracce senza alcun spazio per orchestrazioni, assoli o intermezzi acustici, se non in uno sparuto gruppo di episodi. Stranamente, compare qua e là qualche inserto di tastiera, quasi sgraziato e asincrono, ma funzionale alla estraneità che si respira nell’intero disco. Alcune tracce sono leggermente più epiche di altre, ma nessuna sembra lasciare scampo all’ascoltatore… sembra quasi di sentire gli Impaled Nazarene che per una volta hanno deciso di fare i seri. Album vecchia scuola sin dalla copertina, che trova la sua ragion d’essere se saltiamo a piè pari il tempo che lo separa dal suo predecessore e facciamo finta per un istante che gli ultimi venticinque anni di evoluzione musicale del genere non siano mai esistiti. Dinosauri.
(Enrico MEDOACUS) Voto: 8/10