(W.T.C.Productions) Come dichiarato in una intervista per Nocleansinging.com, questa one man band greca ha un solo obiettivo: esprimere del black metal come veicolo spirtuale che ha bisogno di devozione e adorazione per essere capito. “Liber Lvcifer I: Khem Sedjet” non è facile. Dura ben oltre un’ora. Ha una progressione sonora complessa e si allontana dal normale black metal a base di blast beats scontati. Qui ci sono tonnellate di death tecnico. I riff sono di complessità chirurgiche. Le linee di basso materializzano ansia e violenza. Il drumming è pura mancanza di pietà, mentre il vocalist è un perfetto esempio di rabbia blackned deathmetal. Tutto questo è necessario se consideriamo che Thy Darkened Shade esiste solamente per invocare il caos. Come la band stessa dichiara il loro obiettivo è quello di manifestare le loro fiamme nere a livello sonoro. Obiettivo raggiunto in quanto questo secondo album è una dose sconvolgente di violenza dosata con precisione super tecnica, cinismo gelido e rabbia infernale: 77 minuti di pura invocazione di esseri infernali, di divinità oscure, di angeli della morte. Musica che non è una moda o una tendenza, piuttosto l’espressione artistica della visione spirituale del leader. Pezzi come “Or She-ein bo Mahshavah” o “Drayishn-i Ahriman o Divan” tolgono ogni dubbio sull’impostazione e l’immensa dote tecnica sapientemente controllata per dare origine a canzoni micidiali. Macigni come “Saatet-ta Renaissance” disintegrano ogni confine tra l’umanità ed il mondo oscuro. Totale ampiezza musicale. Arrangiamenti complessi e molto ben concepiti. Linee di basso irresistibili (cosa non certo scontata nel genere). Vocalist poderoso sia nell’espressività estrema che quella corale. Album forse un po’ lungo, ma questo è quanto le forze del male hanno esatto ai figli di Lucifero. Puro male. Assoluto caos. Manifestazione sonora dell’immensità delle forza del male.
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10