(Despotz Records) Gli svedesi Thyrfing sono in circolazione da molto tempo, emersi negli anni d’oro del black nordico e suoi derivati. Il loro viking/pagan è stato ribadito da ben sette album, tutti usciti a distanza relativamente ravvicinata in un range di anni che va dal 1998 al 2013, tuttavia sempre con un lento ma progressivo allungamento del tempo di attesa tra un disco e l’altro, tanto che dopo il precedente “De ödeslösa” la band è caduta nell’abisso del silenzio discografico, rotto solo quest’anno da alcun i singoli offerti come anticipazione di questo nuovo ottavo sigillo, il quale -nonostante la lunga pausa- vede la conferma della line up del precedente lavoro, supportata da una nuova etichetta, la nota Despotz Records. “Vanagandr”, nonostante la lunga pausa, conferma le capacità della band e si rivela molto curato, ricco di melodia, di sonorità etniche, di energia, composto ed arrangiato con intelligenza, sempre in grado di coinvolgere e trasmettere una vibrazione energetica alla quale è impossibile resistere. Intensa e pulsante “Döp dem i eld”, pezzo ricco di divagazioni trionfali. Trasuda folklore “Undergångens länkar”, archi sferzati da una energia primordiale con “Rötter”. Deliziosamente epica e melodica la stupenda “Fredlös”, mentre “Järnhand” appare più aggressiva, più in linea con la storia della band, un brano dove blast beats si alternano a fraseggi dal sentore trionfale. Con un intro oscuro e misterioso, “Håg och minne“ assalta l’ascoltatore attraverso un mid tempo incalzante, evolvendo verso un black melodico e sinfonico veramente molto ben fatto. Intima prima, feroce poi, la possente “Träldomsord”, una traccia deliziosamente black metal, prima della conclusiva “Jordafärd”, canzone avvolta in un’aura di malinconia tanto impattante quanto immensamente struggente. Co-prodotto da Jakob Herrmann (In Flames, Machine Head, Evergrey), mixato da Jacob Hansen (Volbeat, U.D.O., Katatonia) e con l’artwork di Niklas Sundin (ex Dark Tranquillity), “Vanagandr”, ovvero nome alternativo del mitologico lupo Fenrir, conferma la tradizione delle tematiche rigorosamente orientate alla mitologia nordica, sempre nel nome della maledetta spada ‘Tyrfing’, la quale ispira anche il moniker; i Thyrfing tornano con prepotenza e ricordano a tutti come si compone e si suona il black di matrice viking/pagan, offrendo un nuovo album ricco di groove, di emotività, farcito di leggende e deliziosamente immerso in un folklore suggestivo!
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10