(Scarlet Records) Lo confesso, dare in gestione a me questa roba, è un po’ come mettere un lupo a badare alle pecore… e sperare che faccia un ottimo lavoro. O come infilare un spudorata glam metal band in un lap dance di periferia, e pretendere che i ragazzi se ne stiano seduti a bere un caffè, senza sballare, senza esagerare, senza abusare. E’ un invito alla depravazione ascoltare bands come i Tigertailz, grandiosi miti del passato, di quel passato dalle acconciature biondissime, cotonatissime, sparate in alto, tacchi a spillo, borchie, e un’assoluta mancanza di rispetto verso il prossimo. Dagli anni ’80, e dai tempi di “Bezerk”, la line up è cambiata molto e nello schieramento dei glammers gallesi hanno militato oltre una dozzina di persone. Qualcuno è sparito, qualcuno è deceduto (il bassista Pepsi Tate nel 2007), ma è così che funziona in questo genere, è così che gira nel rock ‘n’ roll. Per mia -nostra- fortuna l’axe man Jay Pepper non si è mai dato per vinto e tra reunion ed anniversary, è ancora qui a tenere assieme una band di matti. Nuovo cantante: Jules Millis degli australiani White Widdow. Matthew Blakout (adoro il suo cognome!) confermato dietro le pelli, così come da reunion del 2005 ed infine un nuovo bassista Rob Wylde. E finalmente esce del materiale nuovo, il primo dopo quasi mezza dozzina di anni… La solita roba? Un’altra reunion? Musica per soddisfare un conto in banca azzerato? Io non lo so (e non me ne frega), ma ciò che esce da questo EP composto da cinque pezzi è esplosivo, scatenato, semplicemente fantastico! Si sente che dietro questa musica c’è gente che ha contribuito all’epoca d’oro del glam, e tracce come la meravigliosa “Shoe Collectors” rappresentano dei classici istantanei, degli inni, delle autentiche celebrazioni ad un genere musicale che io reputo immortale, eterno … alla faccia del grunge e le sue patetiche intenzioni di distruggere il vero divertimento, lo sballo, la follia. Non manca la power ballad, più power che ballad, “One Life”, con i suoi cori ed il suo mitico ritornello. Travolgente “Bite The Hand”, con il suo groove dannatamente rock’n’roll; Svogliata “Spit It Out”; Spudorata, menefreghista, offensiva la conclusiva “Punched In The Gutz”. Adoro le giornate come questa, le giornate dove schiaccio il tasto “play” e dalle casse fuoriesce questo sound. Ciò che è andato torna (tranne il grunge per fortuna). Ciò che è stato, è. La vita è ciclica. Le mode pure. E oggi non serve una esosa major label per dire cosa debba tirare e cosa no, quale sia il sound del momento oppure no. I Tigertailz fanno musica divertente e scatenata. Sfido i meno giovani a non trovarci l’essenza della loro devastata gioventù. Sfido i più giovani a non sentirci una carica esplosiva che è molto difficile trovare nel sound di oggi.
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10