(Dark Essence Records) Il black metal è in circolazione da decenni… dalla prima ondata alla seconda, fino ad oggi, con tutte le evoluzioni di ogni tipo, comprese le regressioni più integraliste, selvagge e rigorosamente lo-fi. Poi giungiamo all’anno MMXXII… ed ecco che se ne escono fuori questi debuttanti (i quali sono però membri di Attentat, Troll, Urarv, Whip, Curse, Den Saakaldte, Ethereal Forest, The 3rd Attempt, Kvesta, Mystic Rites, Satanic Panic, ecc), Tilintetgjort si fanno chiamare, gente alla quale evidentemente nessuno ha raccontato la storia che loro quindi riscrivono da zero: “In Death I Shall Arise” è indubbiamente black metal… ma è sia moderno e personale… che arcaico; è un black metal con la ferocia esuberante della prima ondata, quando si trattava ‘solo’ di metal molto estremo, ma è anche un black metal ricercato, tutt’altro che banale, tutt’altro che lasciato al caso. Esempi? Quanti ne volete. Ecco quindi che “Kvikksølvdrømmer” apre rumorosa, quasi sbagliata… e ci vuole almeno un minuto per capire che dietro tutto questo baccano mal organizzato c’è invero una visione perversa che riprende con fantasia e micidiale revisione tutto quello che avete già sentito fare da Kampfar, Taake, Marduk… ed altre dozzine di grandi band nordiche. “Sannhetens Søyler” oltre a quegli assoli sporchi, a quelle ritmiche a tratti ignoranti, ingloba una sezione corale deliziosamente primordiale… un qualcosa che il symphonic black ha già proposto, ma con cori prestigiosi ed un muro di colossali tastiere. Il tremolo di “Mercurial” ha un che di amatoriale… di primitivo… di demoniaco… per un brano che dilaga, divaga, incede verso un senso di drammatica apocalisse. Crudele, confusa, rumorosa e crudelmente devota al male “Vinter Og Høst”, breve (un paio di minuti), schietta e priva di rimorsi “Hex”, prima della monumentale e conclusiva “Dommedagsmonument”, oltre ventuno minuti di black, black’n’roll, di death, di punk, di teatralità oscura, di momenti introspettivi, atmosferici, con evoluzioni tematiche ed una sinceramente maligna creatività demoniaca! Misteri arcani e segreti dell’ignoto svelati con fanatismo ed eccitazione spirituale… mentre musicalmente l’assalto è totale, avvolgente, travolgente: ma non si tratta di una furia cieca e gratuita, no di certo! I Tilintetgjort sanno comporre musica, la sanno arrangiare, sono in grado di mantenere viva quella componente spontanea… mentre le progressioni sono intelligenti, artistiche, a tratti decisamente geniali, spesso imprevedibili e costantemente supportate da linee di basso a dir poco immense. Album che riesce a rappresentare con poetica musicalità il sublime caos che caratterizza la natura; quella terrena, quella cosmica…. e quella degli inferi.
(Luca Zakk) Voto: 8/10