(autoproduzione) Torus è un trio è formato da Johnny, voce e chitarra, e Cliff, basso e autore dei pattern ritmici, dei milanesi Meursault Omega, e Luca, chitarrista di Doomtail della zona di Bolzano. Dall’opener “Torus” si ha la percezione che il trio sembra appassionarsi a soluzioni che si avvicinano quasi a delle jam session, insomma a un comporre che scelga la forma libera e la divagazione, pur partendo da una linea melodica principale. Chitarre graffianti e distorte al granito, nonché elemento cardine dell’intero album, la sezione ritmica poderosa con il basso che rappresenta una propulsione infaticabile, sono le ossature delle canzoni che stilisticamente hanno un aspetto mutevole e personale. Le canzoni però risultano acerbe, pur offrendo simpatiche o buone linee melodiche tra un continuo sfumare tra stili. I Torus rivangano nelle proprie influenze e passioni le quali coinvolgono l’heavy metal, thrash, qualcosa del crossover. Un pezzo come “Spring from the Unknown” è divertente, ma alla lunga è appesantito dal dilungarsi su sé stesso che snatura la sua vena. Forse è proprio questo dilungarsi, il ripetere riff per larghi tratti e arrivare poi in dei ponti o sezioni in cui si va verso regimi bassi con batteria e basso che impostano fasi anche semi-jazz o appunto crossover, appare come un eccesso. Piace il cantato di Johnny che a volte sembra a metà tra Steve Sylvester e Tom G. Warrior, cioè tra un ringhiare e un lamento di sdegno! La produzione delle dodici canzoni che formano l’album è piuttosto buona. Piace anche questo netto guitar-oriented dell’intero album, tuttavia si spera che per il futuro si operi in senso a una decisa e concreta opera di sfoltimento del proprio materiale.
(Alberto Vitale) Voto: 6/10