(Eisenwald) Quarto album di onorato black metal per i bavaresi Total Hate negli ultimi undici anni. Un album che prosegue i concetti degli anni ’90 del genere, con richiami ai Throne Of Ahaz e i Gorgoroth. Le due band segnano alcuni momenti di “Throne Behind a Black Veil”, eppure sono dei riflessi in queste torbide acque di metallo nero e non un totale specchiarsi. La band è truce, le distorsioni sono fredde, il drumming è un martello che sprigiona forza, sommandosi alle andature del riffing oppure facendo da contrappunto. Attenzione, perché i pezzi, otto in tutto, salvo l’opener “Psychopat” che sfora dai sei minuti e la conclusiva “Venomed Seed” che oltrepassa i sette minuti e mezzo, sono sui cinque minuti di durata media e con “Death Raid Apocalypse” che non arriva a tre di durata. Dunque un lavoro che il cantante Adrastos e i suoi colleghi hanno studiato con pezzi che fossero concreti, essenziali, definiti e al massimo della loro espressione. Nessuna trama del riffing è eccessivamente dilatata per Aer e Erebos, con i due però bravi a mutare la veste sonora di quanto producono con le chitarre. I Total Hate non sono una band con modalità standard, i pezzi infatti sono velocissimi, soprattutto l’eccellente “Decline Of Human Life – Part II”, oppure in occasionali mid tempo e soluzioni agili. Merito di Serrator, un batterista che sa essere polivalente nel gestire i tempi, comunque puntuale nel collaborare con gli altri. La fiamma del black metal alberga in questo album, ancora di più però nella band. I Total Hate esistono da quasi venti anni e gli album pubblicati a partire dal 2008, sono l’autentica devozione a un genere misterioso, evocativo, legato a culti, ideologie, non da meno alla natura umana più recondita e ancestrale oltre che misantropa.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10