(Kolony Records) Se non conoscevate ancora i Tragodia, cosa gravissima, ora che hanno pubblicato questo “Mythmaker” non avete più scuse! Personalmente ho imparato ad amare la band bresciana con il precedente “Theomachy”, uscito l’anno scorso per la My Graveyard Productions, e questo nuovo “Mythmaker” spinge questi ragazzi verso un ulteriore livello di professionalità, competenza e capacità di scrivere ottima musica. “A Cry among the Stars” mette assieme un gothic con qualche spunto elettronico a un groove metal moderno e dinamico; molto belle le linee vocali, cantate con grande maestria da Luca Meloni. Tostissima “The Oracle and the Muse”, nella quale colgo addirittura suggestioni space, ma che si basa essenzialmente su un ritornello stellare, che fulmina di colpo l’ascoltatore dopo una strofa relativamente ‘tranquilla’. “Wisdom in the Meadows of Sorrow” lascia maggiore spazio alle chitarre, che nei brani precedenti erano sempre dietro alle tastiere; il mid-tempo “Tidal Waves of Greatness” ha un andamento solenne, quasi epico, ed è a mio giudizio il miglior brano del lotto grazie al suo approccio drammatico e solenne. Lunga e fluviale “The Stone and the Idol”, mentre si preme sull’acceleratore dell’estremo in “Born under Niobe”. La titletrack trasuda groove e potenza prima dello strumentale conclusivo “The weeping Rock of Sephirus”, che stempera per gradi la tensione generata dal disco. Un prodotto made in Italy che incrocia trasversalmente più generi e può quindi entusiasmare un pubblico potenzialmente vastissimo; parole di lode anche per la superba confezione digipack e per i testi, tutti del chitarrista Francesco Lupi, ricchi di riferimenti enigmatici e di forza quasi ermetica (su tutti si veda quello della titletrack). Ottimo, ragazzi!
(Renato de Filippis) Voto: 8/10