(Wild Kingdom Records) Approcciarsi alla musica dei Trench Dogs è un po’ come iniziare a fumare; la prima sigaretta di solito risulta sgradevole, provoca tosse o addirittura nausea. Poi arriva la sigaretta successiva, che sembra già più buona, mentre la nicotina entra in circolo causando dipendenza… Esattamente allo stesso modo, il primo ascolto di “Stockholmiana” l’ho trovato quasi irritante: quella voce androgina e sguaiata, quelle chitarre così ‘leggere’ rispetto agli standard a cui sono abituato mi davano quasi fastidio, ma già al secondo ascolto, quelle melodie ruffiane ma maleducate erano già dentro la mia testa, causando dipendenza. La formazione svedese mescola sapientemente punk rock, rock and roll, glam e pop creando un cocktail irresistibile in cui convivono Hanoi Rock, New York Dolls e Chuck Berry, il tutto con qualche spruzzata di southern rock, come nella sensuale “I’ll Be Silver (You’ll Be Gold)”. Sfido chiunque a tenere i piedi fermi durante “Georgian Red”, rock and roll indiavolato dal ritornello catchy come pochi. “Wine Stained Eyes” è sostenuta da un riff nervoso e cadenzato, con un refrain di chiara scuola Hanoi Rocks, mentre “Pumpkin Soup” parte dolcemente con chitarre acustiche e sfocia in un crescendo nel quale il singer Andy Hekkandi fa da mattatore con la sua voce folle e versatile. Un disco che trasuda alcol e divertimento da ogni solco… ma da ascoltare con attenzione in quanto ché può causare dipendenza!
(Matteo Piotto) Voto: 10/10