(Flowing Downward) Trhä: un bel oggetto criptico. Siamo negli Stati Uniti, in Texas… ma qui non c’è nulla di caldo e soleggiato… siamo piuttosto in una ambientazione sonora più in linea con un incrocio tra spazio siderale e Siberia nei mesi più freddi dell’anno… magari con un tocco dell’oscurità dell’Islanda o del Canada invernali. Dietro al progetto una sola persona, tal Damián Antón Ojed… autore di molti altri progetti… nei quali milita a volte con il suo nome, a volte con un stage name contorto… tanto che nei Trhä ama farsi chiamare ‘Thét Älëf, Nönvéhhklëth detna hacëntera Trha, Jôdhrhä dës Khatës, Dlhâvênklëth fëhlätharan ôdlhënamsaran Ebnan’ (!!!). La cosa assurda è che ogni suo progetto è abbastanza prolifico (specialmente i Sadness, con all’attivo quasi venti album, oltre a vari EP e split, in otto anni di attività!), ma è notevole notare che questa nuova entità, debuttante nel 2020, vanta già cinque full length… tre dei quali usciti solo nell’anno corrente, nel 2022! “Endlhëtonëg”? È il suo secondo lavoro, l’unico uscito nel 2021 esclusivamente in digitale, con un paio di successive edizioni in vinile e cassetta… le quali ora, grazie all’italiana Flowing Downward, vengono finalmente affiancate dal formato CD più una ridisegnata musicassetta. Quattro brani con durate imponenti (uno sfiora i venticinque minuti), dentro i quali c’è ambient introspettivo, c’è noise lacerante, c’è black viscerale ed intelligentemente annegato nel lo-fi… ma si arriva subdolamente a divagazioni liturgiche con cori e campane, a spunti da horror movie, ad una teatralità tetra ed un seducente spunto sonoro che guarda al cosmo più lontano. Una progetto sepolto nell’underground tutt’altro che ovvio e scontato, un progetto finalmente ha l’occasione di emergere con impeto e travolgente energia.
(Luca Zakk) Voto: 8/10