(Metal Blade Records) C’è aria di cambiamento in casa Trial (Swe): innanzitutto il paese di provenienza dopo il nome per distinguersi dalle miriadi di bands omonime, poi cambia la formazione con l’arrivo del nuovo cantante Arthur W. Andersson il quale, secondo il chitarrista Alexander Ellstrom, ha portato una ventata di energia ed il desiderio di scrivere brani più veloci rispetto al passato. “Sulphery” apre effettivamente le danze con il piede premuto sull’acceleratore, tra riffs taglienti e doppia cassa, per un brano stilisticamente molto vicino ai connazionali Hammerfall mentre “Thrice Great Path” -sulla falsariga della precedente- offre un drumming martellante ma, ahimè, decisamente statico; notevole invece la sezione solista con le twin guitars che fanno la parte del leone. “Snare Of Fowler” è uno dei migliori brano del lotto, anche se la presenza di harsh vocals nel finale la trovo un po’ fuori luogo. “The Faustus Hood” è maggiormente cadenzata ed epica, con la voce di Andersson sugli scudi. “Quadrivium” presenta ottimi riff, grandi assoli e nuovamente una prova vocale da incorniciare, mentre la batteria continua a lasciarmi perplesso. La lunga “The Crystal Sea” chiude il disco tra ritmiche rallentate ed epiche affiancate a melodie vincenti ed immediate. Un album che presenta buone idee, ma, ripeto, rovinate da una batteria statica e ripetitiva.
(Matteo Piotto) Voto: 6/10