(Scarlet Records) È bastata un’occhiata distratta alla copertina, per me che sono nato nel 1981, a capire quale fosse il tema del nuovo album dei Trick or Treat: dopo l’impresa di “Re-Animated”, che coverizzava in chiave metal note sigle dei cartoni animati, i nostri si dedicano adesso a un concept basato su “Saint Seiya” – e in particolare sull’epopea delle Dodici Case dello Zodiaco (con un approccio che mi sembra spesso più vicino all’anime che al manga). Dunque la scaletta si compone di 14 brani: intro, outro e una canzone dedicata a ciascuno dei Cavalieri d’Oro (pubblicate peraltro nello scorso anno, una al mese, nel mese che corrisponde al segno zodiacale ‘trattato’) – per chi conosca la vicenda, innumerevoli sono i riferimenti e le citazioni più o meno nascoste. Pronti, via: “ARIES – Stardust Revolution” parte di gran carriera con un power helloweeniano, che mi sembra a un certo punto citi anche il bridge di “Ride the Sky”. Approccio più classico nelle chitarre, ma non nel refrain, per “TAURUS – Great Horn”, mentre “GEMINI – Another Dimension” è una fuga in doppia cassa alla primi Sonata Arctica, illuminata dal duetto con Yannis Papadopoulos dei Beast in Black. “LEO – Lighting Plasma” è un happy power altissimo, che giunge dove finora solo i Freedom Call o gli Unisonic erano giunti; ancora suoni squillanti e qualche bel passaggio di violino per “LIBRA – One Hundred Dragons Force”. Intensa, anche se senza particolari voli pindarici, la power ballad “SAGITTARIUS – Golden Arrow” – preferisco l’altra ballad del lotto, “PISCES – Bloody Rose”, il cui refrain colorato di hard rock è più convincente. E se volete ancora dell’happy power spedito, c’è pure “ACQUARIUS – Diamond Dust”. Un disco che va premiato per molti motivi: per la buona musica anzitutto, ma anche per l’inventiva, la dedizione, la capacità di stupire!
(René Urkus) Voto: 8/10