copDANIELTRIGGER(autoprodotto) Daniel Trigger: session performer, produttore. Lavora con la musica, ed ad un certo punto decide di dire la sua. Lo fa con l’ottimo “Infinite Persistence”, che aveva quel suono dannatamente hair metal anni ’80, album che Metalhead ha recensito con immenso piacere. Ed ora il ritorno. Con novità sconvolgenti: cambia la sua immagine, che diventa meno accademica e decisamente più selvaggia, a partire dalla bella ed apocalittica copertina. E cambia anche il sound, cambia e si incattivisce. Spariscono i suoni “pop-glam-hair” dell’altro disco e emergono chitarre sporche, feroci, taglienti e maledettamente pesanti! Il timbro della voce è molto più alcolico, grintoso e queste nove tracce si rivelano come un tesoro di heavy metal melodico, pieno di atmosfera, groove, carica energetica. “Unbreakable” apre con un riff pesante, una linea vocale tenace, per dare origine ad un pezzo carico, rabbioso ma pieno di melodia brillante, specialmente grazie agli ottimi assoli. Metallo con un feeling nostalgico e glorioso con la valida “Invisile”, mentre “All Fall Down” sembra avere le sembianze di una ballad, ma in realtà è una sequenza di melodie accentuate da riffing poderosi, con una stupenda performance vocale. “Fear The Night” ha una radice southern che si evolve su un riffing sporco, selvaggio, in perfetta linea con il cantato, aprendo quindi le porte alla successiva “State Of Mind”, un pezzo estremamente metal, metal classico, corna ed headbanging. Anche la conclusiva “Dancing With The Devil” vanta potenza ed energia, ed introduce dei concetti più classici, più metallici, dove chitarre e voce sono ancora ottime protagoniste. Una salto in avanti per Daniel Trigger, un passaggio ad un genere estremamente più dinamico, più sincero, più personale. Un disco coinvolgente, da sparare a volumi estremi, capace di offrire tecnica, melodia, qualità e sentimento.

(Luca Zakk) Voto: 8/10